Viaggio tra gli insediamenti informali del Sud Europa. Le contraddizioni tra la mancata accoglienza e lo sfruttamento sistematico dei migranti nel settore agricolo in Italia e Spagna

Autori

Mariarita Cardillo
Malik Donkor
Kouassi Pli Adama Mamadou
Marika Miano
Giovanni Paolo Mosca

Descrizione

Il sud Europa: le contraddizioni tra la mancata accoglienza e lo sfruttamento sistematico dei migranti nel settore agricolo. Viaggio tra le serre di Almerìa in Spagna e il Sud Italia

Il nostro viaggio ha avuto come obiettivo raccontare e denunciare le analogie del sistema di sfruttamento dei lavoratori immigrati in Andalusia e nel Sud Italia, mettendo a confronto le condizioni lavorative quelle abitative e il ruolo fondamentale che oggi svolgono i braccianti stranieri in Campania, Puglia, Sicilia dove lavorano soprattutto immigrati dall’Africa Subsahariana, e il cosiddetto “orto d’Europa” della provincia di Almerìa in Spagna. Siamo partiti dalla provincia di Foggia, ad inizio agosto nel periodo della raccolta dei pomodori, quando migliaia di braccianti agricoli stagionali si spostano verso la provincia di Foggia e si riversano in luoghi simbolo come “Il Gran Ghetto di Rignano”, La “Pista” di Borgo Mezzanone, Stornarella. Da Foggia ci siamo spostati verso Ragusa, in Sicilia per conoscere le condizioni di lavoro nelle serre di Ragusa, in particolare in quelle di Marina di Acate. Le stesse serre che avremmo poi visto ad Almeria. Una distesa di oltre 30.000 ettari di serre a ciclo continuo, da cui ogni anno vengono coltivati circa 3.200.000 tonnellate di ortaggi. Luoghi dove si attua un moderno e avanzato sistema capitalistico di produzione agricola, volto a garantire i massimi profitti per le aziende a discapito del rispetto dei diritti dei migranti. E nei quali le leggi in materia di immigrazione sempre più repressive da una parte e la mancanza di controlli nell’area, costringono i migranti irregolari a restare nelle campagne e a vivere in “non­luoghi” e in città fantasma, lontani dalla popolazione autoctona e sempre più segregati e ghettizzati. L’itinerario del Viaggio ovviamente ha toccato anche la nostra terra, la “Castel Volturno Area”, dove la percentuale di stranieri presenti è altissima. Luogo di partenza e di arrivo di molti dei migranti che si rivolgono ai nostri sportelli e dove da più dieci anni la comunità aderisce al Movimento Migranti e Rifugiati di Caserta, che negli anni ha inciso del cambiamento radicale delle condizioni di vita di chi ne ha preso parte.

 

 

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Mariarita Cardillo:
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