news

Suggestioni dall’Altopiano
By: Redazione Fuorirotta
In:news
lunedì 19 settembre 2016

 L’altopiano è caratterizzato da un clima continentale, con inverni freddi, carichi di neve, ed estati fresche, spesso piovose. Ma in questi ultimi anni il clima sta cambiando. Chi abita il posto dice che i pascoli verdi degli anni passati hanno lasciato posto ai campi bruciati dall’arsura. La sera, pero’, ritorna il fresco e la mattina, uscendo dalla tenda, i miei piedi si svegliano al contatto della rugiada.

Quali sono i limiti dell’altopiano? Una definizione precisa non esiste. Alcuni fanno coincidere l’altopiano con i limiti del parco naturale regionale (PNR) di Millevaches. Altri, considerano la geologia del territorio, e delimitano una zona in funzione dell’altitudine (attorno ai 600 m di altezza). Altri, stabiliscono i limiti dell’altopiano basandosi sui paesi più dinamici da un punto di vista dell’economia sociale e solidale.

Si chiama altopiano, ma si tratta comunque di una zona ondulata, dove la terra si increspa in monticcioli, piccole salite e discese. Non una pianura ad alta quota, quindi. Piuttosto, una serie di piccole colline e piccole valli disseminate di villaggi paesini e frazioni.

Paesini e villaggi che distano l’uno dall’altro una decina di chilometri. Sulle strade fra un villaggio e l’altro, non una casa, non un passante, e molto raramente un campo coltivato o adibito all’allevamento. Boschi e campi incolti. Cerbiatti, ricci, rane, volpi, poiane.

 

 

Il territorio dell’altopiano è denso di iniziative, esperienze, realtà e situazioni nuove e interessanti. La carta per avere un’idea di come sono organizzate sul territorio.


 

Un territorio dinamico, ricco di iniziative alternative. Ma cio’ che fa la vera differenza fra questo territorio rurale e tanti altri, è la capacità degli abitanti a trovare soluzioni collettive ai problemi del territorio.

 

 

Perché l’Economia Sociale e Solidale non funziona nello stesso modo sull’altopiano e altrove ?

Generalmente, le associazioni e cooperative che fanno parte dell’economia sociale e solidale, lavorano in rete, creando dei partenariati fra le diverse strutture.

Qui sull’altopiano, la cooperazione fra le diverse strutture non ha bisogno di essere formalizzata in partenariati, ma è un’evidenza, perché si traduce in aiuto reciproco fra persone che si conoscono bene. La cooperazione e le sinergie fra le associazioni e le diverse cooperative è un dato di fatto, e fa la forza dell’economia alternativa del territorio.


Per alcuni dei nuovi abitanti dell’altopiano, scegliere di abitare qui significa anche scegliere ritmi di vita meno frenetici e abitudini di consumo diverse. Per molti, l’altopiano è anche l’opportunità di vivere con stipendi più ridotti e di riuscire a sostituire l’uso del denaro con relazioni sociali e aiuto reciproco. Il costo della vita più basso permette di diminuire la quantità d’ore di lavoro. Spesso solo uno dei due elementi di una coppia lavora, e a volte solo a tempo parziale. Stili di vita sorprendenti che possono suscitare stupore per chi viene dalla metropoli.


Che sorpresa quando mi sono imbattuta in un monumento ai morti pacifista, che avevo già visto rappresentato in tanti poster e cartoline. Ispirato alla guerra 14-18, il monumento ai morti di Gentioux rappresenta un bambino, il pugno levato al cielo e l’iscrizione “Maledetta sia la guerra!”.

58 sono le vittime che venivano da Gentioux. Diverse famiglie hanno perso 2 o addirittura 3 figli nella prima guerra mondiale. Il monumento fu costruito da Jules Coutaud, sindaco di Gentioux dal 1920 al 1965. Il monumento è inaugurato nel 1922 dal sindaco e dagli abitanti di Gentioux, in assenza della prefettura che rifiuta di partecipare.

La sensibilità particolare di questo territorio è più antica di quanto si creda. A Gentioux, è scritta nel granito.