Podzemlje, il sentiero delle mine

Autori

Martina Scalini
Mario Blaconà
Valerio Casanova
Gabriele Camilli

Descrizione

PODZEMLJE  

(Sotterraneo)

L’idea che ci ha spinti a volere questo viaggio risiede in un concetto tanto semplice quanto mostruoso: non tutte le vite umane sono percepite con lo stesso peso, non tutte le morti causano lo stesso senso di perdita.

I luoghi dove andremo sono vicinissimi a noi, eppure i territori della ex Jugoslavia ancora oggi  sono popolati da donne e uomini che sono considerati in qualche modo come altro da noi. Quello che cercheremo di fare sarà tracciare una linea di congiunzione tra l’Italia e questi  territori, attraversati da un recente passato di guerra.

A condurci lungo questo cammino saranno proprio quelle armi, spesso prodotte da fabbriche europee e italiane, che sono state tra le più tristemente efficaci nel distruggere le vite di molti abitanti di queste bellissime terre balcaniche: le mine antiuomo.

Partendo da Castenedolo, vicino Brescia, sede della fabbrica Valsella, accusata nel 1991 di aver venduto nove milioni di mine antiuomo all’Iraq via Singapore, ci incontreremo con Franca Faita, ex operaia della fabbrica, che anni fa decise di ribellarsi a questa produzione di morte.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Dopo Castenedolo andremo a Vicenza, dove ci incontreremo con Vattanak, un ragazzo cambogiano adottato da Igino Brian e Lucia Bruni, che qualche anno dopo l’adozione hanno deciso di aprire un laboratorio di oreficeria a Phnom Penh, dove i resti delle mine antiuomo vengono usati per fabbricare gioielli che assomiglino a dei fiori.

 

 

 

 

 

 

 

 

A Capodistria parleremo con Dorijan Maršič, presidente dell’ITF, Ente per il rafforzamento della sicurezza umana, e incontreremo il fotografo sloveno Arne Hodalič, che grazie alla sua arte ha trasmesso un’importante testimonianza visiva degli effetti devastanti delle mine.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

In Croazia e Bosnia Erzegovina cercheremo di parlare con la gente del luogo, portando con noi una chitarra e qualche canzone. Nel cuore di Zara, a Suhovare, incontreremo la famiglia di Antun Alošinac Tuna, artificiere esperto che nel dicembre scorso è morto durante un’operazione di sminamento poco vicino a casa.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Un’altra tappa importante è al confine con l’Ungheria, zona in cui molti migranti perdono la vita nel cercare di attraversare i boschi croati per raggiungere la Germania, uccisi da mine seppellite là sotto da oltre vent’anni.

 

 

 

 

 

 

 

Alla fine del viaggio torneremo più consapevoli del peso e della fatica che gli abitanti della Ex Jugolsavia portano con sé, nell’essere considerati ancora oggi solo come delle vite precarie.

Mario, Martina,  Valerio, Gabriele

 

 

 

{EN}

PODZEMLJE

(Underground)

 The idea which brought us to this journey is based on a simple and monstrous fact: not all lives are perceived with the same weight, not all deaths cause the same sense of loss.

The places where we’re about to go are very close to Italy, but Ex Jugoslavia today is still peopled by persons who are not considered like us. What we’ll try to do is to draw an intersection line between Italy and these places, which were crossed by a recent and violent past of war.

Paradoxically we will be ideally led through this journey by the same weapons which were so sadly efficient in killing lots of people who lived in these beautiful Balkan lands: landmines.

We’ll start from Castenedolo, near Brescia, head office of Valsella industries, which were accused to have sold nine millions landmines to Iraq in 1991. We’ll meet with Franca Faita, who worked in Valsella for a while and then decided to rise against this factory of death.

After Castenedolo we’ll go to Vicenza, where we’ll meet with Vattanak, a Cambodian guy who was adopted by  Igino Brian and Lucia Bruni. Several years after the adoption his new parents decided to open a jeweler’s laboratory in Phnom Penh, where the remains of the landmines are used to create jewels who look like flowers.

In Capodistria we’ll talk with Dorijan Maršič, president of the ITF, which is the association for the reinforcement of human safety, and we’ll meet with the Slovenian photographer Arne Hodalič, who through his art spread the visual evidence of the landmines devastating effects.

In Croatia and Bosnia we’ll try to talk with the local people, bringing with us a guitar and some songs. In the heart of Zara, in Suhovare, we’ll meet the family of Antun Alošinac Tuna, a blaster who died in December 2016, during an operation of demining near his town.

Another important stage will be on the border with Hungary, where lots of migrants die trying to cross the woods in Croatia, in order to reach Germany, killed by landmines buried in the ground from more than twenty years.

At the end of this journey we will go back to Italy more aware of the struggle that the people in Jugoslavia must deal with, while being considered just as precarious lives.

Mario, Martina, Valerio, Gabriele

 

 

 

 

 

 

Contatti del referente

Martina Scalini
[email protected]