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BOLIVIA: LA TERRA CHE SANGUINA TRA IL SUDORE DEI POVERI
By: Redazione Fuorirotta
In:news
martedì 13 febbraio 2018

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UN VIAGGIO ATTRAVERSO I PROGETTI FUORIROTTA 2017

 

BOLIVIA: LA TERRA CHE SANGUINA TRA IL SUDORE DEI POVERI

di Martina Pasini

L’America Latina gode di una quantità indescrivibile di risorse naturali, di cui troppo spesso, in nome dello sviluppo e del rilancio economico, è stata privata. Attraverso il suo viaggio in Bolivia, Martina ha voluto indagare proprio su questo urgente e controverso tema, confrontandosi direttamente con le comunità che più risentono della sistematica distruzione dei luoghi e degli ecosistemi su cui si basano l’economia e la cultura locali.

Questo viaggio fisico e sociale è stato documentato da Martina attraverso un reportage scritto e fotografico che si è concentrato prevalentemente sui conflitti derivanti dallo sfruttamento da parte di imprese statali e multinazionali di territori e risorse comunitarie.

L’inchiesta ha dato voce agli attivisti, ai collettivi, e soprattutto a quelle comunità indigene che sono state maggiormente colpite dal fenomeno, come nel caso della carretera che sventra il TIPNIS o delle mega dighe nel Parco Nazionale Madidi in Amazzonia.

Occuparsi di giustizia sociale, movimenti, resistenze e conflitti legati a situazioni di disuguaglianza e sfruttamento non vuol dire analizzare ogni caso singolarmente, bensì considerarlo in rapporto a quella che è la politica economica del paese in questione, ai partner commerciali e ai rapporti con i paesi del “primo mondo”. La deriva nazionalista a cui molti paesi si stanno abbandonando, il razzismo, le rivendicazioni di genere, l’emergenza climatica, i fenomeni migratori, il capitalismo esasperato, il consumismo, il militarismo, il neocolonialismo, sono tutte problematiche solo apparentemente scollegate: in realtà sono trame di uno stesso tessuto che devono essere affrontate con soluzioni integrate.

I movimenti sociali, con la loro forza propulsiva e le radici nel basso, possono fungere da catalizzatore, e imporsi come motore primo del cambiamento. Questo è quello che Martina ha voluto testimoniare attraverso le sue parole e gli scatti di Mirko Baltieri.